C’è un momento caratteristico del mese, un frangente a noi tutte conosciuto, al quale non viene dato un nome ed è quella piccola finestra temporale in cui attendiamo l’arrivo delle mestruazioni.
La fase pre-mestruale
Se siamo, anche solo di poco, allineate con la nostra ciclicità mensile, sappiamo riconoscere la così temuta e demonizzata: fase pre-mestruale. La particolarità della fase pre-mestruale è data da tantissimi aspetti. Primo fra tutti il fatto che è la fase più lunga di tutto il ciclo mestruale con una durata di ben undici giorni rispetto alla cugina fase pre-ovulatoria che ha una durata di circa sette/otto giorni.
Abbiamo già parlato della differenza che caratterizza questi due periodi. Il primo appartiene (insieme alle mestruazioni) alla fase di ombra e il secondo (insieme all’ovulazione) alla fase di luce, cioè a due momenti in cui la direzione della nostra energia cambia dall’interno all’esterno.
Durante questa lunga fase pre-mestruale, di cui vedremo in futuro il significato simbolico che porta con sé, c’è un momento appena prima delle mestruazioni che si differenzia da tutte le restanti giornate trascorse in precedenza. Questo piccolo spicchio di luna riguarda circa i due/tre giorni antecedenti l’arrivo delle mestruazioni.
Rallentate dal progesterone che entra sempre più prepotente nel nostro corpo e sull’onda crescente del raccoglimento interiore, in quei giorni appena prima del sangue entrano in gioco anche altri due ormoni: l’adrenalina e il cortisolo. Questi sono i protagonisti del nostro asse dello stress, sistema che lavora quotidianamente attivandosi e disattivandosi e che agisce con prontezza durante gli eventi stressogeni acuti della vita a cui dobbiamo rispondere per la nostra sopravvivenza.
Il nostro atteggiamento, quindi, cambia sia nei confronti di noi stesse che nei confronti del mondo esterno. È tutto normale, sono i nostri ormoni che parlano, non noi!
Iniziamo ad essere più irritabili e più stanche, tutto sembra difficoltoso e fastidioso (anche i vestiti) e l’unica cosa che vorremmo fare è poter stare in casa, rinchiuse nel nostro nido senza vedere nessuno e sfogare quel caos interno che avvertiamo. Alcune raccontano di essere arrabbiate, agitate, sentendo un qualcosa dentro che scalcia e si dimena, un qualcosa che non le lascia tranquille, ma che allo stesso tempo impone riposo o almeno un rallentamento dei ritmi abituali. Questa dicotomia tra la necessità assoluta di riposo e la sensazione di un qualcosa che dentro di noi non vuole stare fermo è ciò che più ci mette in difficoltà.
Capita spesso che la fase pre-mestruale e quella mestruale non vengano sostenute dalla nostra accettazione e dall’assecondare le richieste corporee di fermo. Come conseguenza, le sensazioni che esperiamo durante questi due momenti, quali per esempio la stanchezza fisica e lo stato emotivo di chiusura nei confronti degli altri si possono protrarre durante tutto il mese oppure si possono trasformare in sintomi veri e propri durante la mestruazione successiva, favorendo così una continua attivazione dell’asse dello stress che non è più fisiologica. La continua sollecitazione dell’asse porta ad una minore capacità responsiva agli agenti esterni patogeni da parte del nostro sistema immunitario e, quindi, siamo più soggette a malattie.
Per le donne che hanno già sperimentato la magia della gravidanza e del parto, sanno che anche in quel periodo la ciclicità non le abbandona. Ad esempio, c’è una grossa similitudine tra i giorni che precedono la mestruazione e la fase prodromica del parto. Sono entrambe fasi in cui ci stiamo preparando a lasciare andare qualcosa, ad abbandonare un qualcosa di nostro, di intimo, di profondo: il sangue in un caso ed una nuova anima nell’altro. Questo lasciare andare, che corrisponde con il rilassamento delle pareti uterine, non può che essere preceduto da una fase di tensione dell’organo stesso, che si amplifica in tutto il corpo. La grossa analogia tra questi due momenti di vita di noi donne sta anche nel fatto che spesso il comportamento è molto simile nonostante si stiano vivendo situazioni apparentemente differenti. È comune, sentire donne cicliche e puerpere, che rispettivamente il giorno prima della mestruazione e del parto si siano messe ad ordinare freneticamente la casa o a pulirla. Come se entrambe si stessero preparando all’arrivo di un qualcosa, come se la loro intelligenza corporea stesse suggerendo che avverrà un cambiamento.
E provate ora a pensare a come vi sentite appena la marea mestruale arriva… Nel corpo lo avvertiamo subito. Come se un peso se ne fosse andato, finalmente possiamo lasciare andare quell’immenso sospiro che trattenevamo nei giorni antecedenti. Il nostro respiro sospeso può fluire insieme al nostro sangue.
Quindi, se i giorni prima delle mestruazioni sembrate delle pazze ossessive compulsive o vi sentite elettriche non preoccupatevi! Anzi, sappiate che nello stesso momento sicuramente anche altre donne stanno vivendo le vostre stesse sensazioni. E se riuscite a ricordavi questo o se avete amiche con cui condividere la vostra personale esperienza ciclica vi potrete sentire meno alienate e meno incomprese.
Quello che consiglio, come per ogni fase, è proprio quella di assecondarla. Lasciatevi cullare da ciò che vi accade. Accogliete questo momento di preparazione all’arrivo del sangue, soprattutto se il vostro stato emotivo in questa fase è un po’ ribelle ed incontrollato, tanto da trovare sfogo o sul partner o su chi ci sta accanto. Trovate un qualcosa che sia per voi liberatorio. Un qualcosa senza un fine preciso, che vi faccia liberare di un po’ della frenesia che sentite in quei giorni. Oppure createvi uno spazio, un luogo, ad esempio in natura, che sia la vostra isola di riconnessione. Accompagnate il vostro corpo nella scoperta di quello che vi fa stare bene. Solo voi e lui potete saperlo e non c’è niente di più magnifico che riuscire ad essere in sintonia, danzando e fluendo con lui nell’alternarsi delle nostre stagioni mestruali.
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