Dall’unione dei muscoli iliaco e grande psoas nasce il muscolo ileo-psoas, struttura filogeneticamente molto antica, a cui viene dato l’appellativo di muscolo dell’anima per le relazioni che contrae con il plesso celiaco (o plesso solare), stazione neuro-vegetativa di integrazione delle risposte ed attività dei visceri e molto altro…
L’ileo-psoas agisce come muscolo tonico posturale. Composto prevalentemente da fibre muscolari di tipo I, rosse, ricche in emoglobina, ha un ruolo di stabilizzatore della nostra postura, tenendo fissa la colonna nelle varie posizioni che assumiamo. Possiamo affermare che ha un’attitudine stakanovista, in quanto rimane attivo per la maggior parte della giornata. Ecco, quindi, che se la nostra quotidianità è fatta di momenti in cui stiamo prevalentemente seduti è bene ricordarsi di dare spazio all’allungamento di questa struttura, che tende facilmente ad irrigidirsi, con conseguenze meccaniche per le strutture anatomiche a lui connesse.
Il rachide ha la capacità insita di reagire alla forza di gravità grazie alla fisiologica curvatura in cui cifosi e lordosi si alternano per garantire flessibilità e resistenza in risposta alle pressioni verticali. Un’alterazione di queste curve porta ad una perdita della capacità di adattamento di tutto il nostro corpo. Una minore resilienza vertebrale ci rende più vulnerabili alla possibilità di traumatismi articolari o muscolari ed anche a patologie sia dell’apparato muscolo-scheletrico che viscerale.
Nella sua porzione superiore il grande psoas si aggancia alla giunzione toraco-lombare T12-L1 (costituita dall’ultima vertebrale dorsale e dalla prima lombare) dove si fonde con i pilastri inferiori del diaframma determinando l’unione della funzione respiratoria a quella deambulatoria, in quanto la porzione inferiore dell’ileo-psoas si aggancia al piccolo trocantere del femore. Una fisiologica mobilità di questo passaggio è essenziale anche per il libero scorrimento della linfa dell’arto inferiore e dell’addome, che viene raccolta dalla cisterna del chilo, stazione linfatica posta anteriormente ad esso
L’altra funzione principale dell’ileo-psoas è quella di flettere la coscia sul bacino e la colonna sulla coscia. Il muscolo iliaco, inoltre, ha anche la funzione di anti-vertere il bacino, cioè di farlo ruotare in avanti. Possiamo, quindi, comprendere come una sua buona elasticità sia di fondamentale importanza per la salute della curva lombare e dell’articolazione dell’anca. Una rigidità, invece, può mantenere nel tempo il bacino in antiversione ed andare a creare maggiore stress sul passaggio lombo-sacrale (L5-S1), zona della colonna maggiormente soggetta a sintomatologia dolorosa (come mal di schiena) e ad alterazioni disco-vertebrali, quali discopatie, protrusioni fino al quadro clinico dell’ernia o degenerazione artrosica dell’unità vertebrale. Un ileo-psoas armonico si occupa di mantenere la congruità di questo passaggio, che è una delle chiavi della deambulazione bipede rispetto a quella in quadrupedia.
Tra i ventri muscolari dell’iliaco e dello psoas scorrono i nervi che si occupano dell’innervazione motoria e sensitiva dell’arto inferiore. Se, quindi, l’ileo-psoas si trova in uno stato di tensione, può insorgere una ‘’sindrome da incarceramento’’ meccanico, in cui il nervo viene compresso ed il risultato è che si possono avere dei sintomi fastidiosi all’arto inferiore imputabili al suo stato di contrattura cronica. Per fare un esempio pratico citiamo il nervo femorale, il quale scorre tra i due ventri di iliaco e grande psoas portando innervazione al muscolo sartorio, che si inserisce sulla parte mediale del ginocchio. Se il nervo sarà intrappolato da uno psoas troppo rigido, potrò avere dolore alla parte interna del ginocchio pensando che sia quest’ultimo a causarmi il problema. Intima è anche la connessione tra questo muscolo, l’arteria e la vena iliaca esterna, dai quali dipende l’irrorazione sanguigna dell’arto inferiore. Ancora, quindi, un buon sistema di nutrimento e drenaggio sarà relazionato anche ad una buona elasticità dell’ileo-psoas.
Abbiamo accennato precedentemente alla relazione tra ileo-psoas e diaframma toracico. Se la persona è un abituale respiratore orale (cioè respira con la bocca e non con il naso) oppure utilizza maggiormente una respirazione toracica (come nei soggetti fumatori), la funzione e la qualità dell’ileo-psoas vengono inficiate a causa della limitata mobilità ed escursione diaframmatica. Mal di schiena, male al collo, dolore alla spalla o all’anca, i sintomi di un tale squilibrio possono essere i più svariati per le infinità di strutture che vengono coinvolte e la personale risposta. Non solo. Una buona respirazione è specchio di una buona salute generale, così come una buona salute è favorita dal libero scorrimento delle nostre acque interne (vascolari, linfatiche ed emozionali) ed è grazie al lavoro di pompage del diaframma che questo è possibile. L’azione diaframmatica permette la stimolazione di particolari recettori che si occupano dell’interocezione, ossia la consapevolezza della condizione corporea interna. Un respiro libero si può tradurre anche come una buona capacità di sentirsi, ascoltarsi e rispondere alle proprie necessità biologiche ed emozionali.
L’ultima connessione anatomica interessante è quella ileo-psoas e fascia renale, il tessuto connettivo che delimita la loggia, in cui si accomodano reni e surreni, dove il muscolo ne è il binario di scorrimento entro il quale si muovono i reni durante gli atti respiratori. In gergo osteopatico si può parlare di rene ‘’siderato’’, ossia fisso, che ha perso la sua libertà di movimento, dove il drenaggio risulta difficoltoso e si possono instaurare situazioni come ad esempio la calcolosi renale. La stessa fascia renale ha un collegamento con la fascia diaframmatica ed i corpi vertebrali della zona, venendo così a creare un’unità tra: psoas, diaframma e rene. Da questa sinergia anatomica e funzionale risulta importante comprendere come soprattutto le problematiche di gestione emotiva possano influenzarne la con conseguenze generali su tutto il corpo. Situazioni di forte stress ci portano a limitare, se non a bloccare l’escursione diaframmatica. Respiriamo meno, l’ileo psoas si irrigidisce e di conseguenza anche i nostri reni si congelano. Non solo conseguenze biomeccaniche, ma con l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) o asse dello stress ed il rilascio continuo di cortisolo le ripercussioni sono sistemiche, tra cui la più generale è l’incapacità del nostro sistema di mediare e regolare l’attività infiammatoria. Può nascere così un circolo vizioso che è bene interrompere per evitare di passare da un quadro di para-fisiologica ad uno di patologia manifesta, in quanto la sua attivazione protratta ci espone alla possibilità di sviluppare patologie quali glaucoma, alterazioni della pressione arteriosa, disordini autoimmuni, difficoltà di interazione sociale, fibromialgia etc.
Per scoprire se l’ileo-psoas è retratto si può eseguire un test semplice e veloce: il test di Thomas. Sdraiati supino e porta entrambe le ginocchia al limite del letto. Ora, avvicina la coscia destra al petto e lascia penzolare la gamba sx fuori dal letto. Osserva cosa succede alla tua coscia sinistra. Se quest’ultima si solleva può star a significare che il tuo psoas non è del tutto elastico.
Ed ecco un’ultima considerazione importante. Nelle situazioni in cui c’è una debolezza del cilindro addomino-pelvico è facile che anche lo psoas si trovi in retrazione e, quindi, è importante sostenere, rinforzare ed allungare la muscolatura che contribuisce a mantenere la nostra core-stability: diaframma toracico e pelvico, muscolatura addominale e muscolatura profonda del dorso. Fondamentale per la salute del muscolo ileo-psoas, data la sua inserzione sul piccolo trocantere del femore, sarà il lavoro di mobilità e stretching di tutta la regione dell’anca, che andrà a coinvolgere la muscolatura flessoria, adduttoria, abduttoria ed estensoria che si inserisce sull’arto inferiore.
Per concludere, un ileo-psoas elastico, libero di assolvere alle sue funzioni, contribuisce alla salute generale del nostro sistema fisico e più in profondità della nostra anima.
Per approfondire leggi l’articolo: DIAFRAMMA centro di vita
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