Capita spesso che, al momento dell’acquisto di un cosmetico naturale, ci si chieda come poter capire quanto effettivamente esso sia privo di chimica e quanto sia efficace in base ai principi attivi che contiene. Lo strumento che ci viene in aiuto è la lista degli ingredienti, chiamata INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).

Il settore cosmetico è regolato in maniera molto severa e non è consentito omettere alcun ingrediente, anche nelle percentuali più basse, al contrario di quello farmaceutico dove la lista degli ingredienti non è obbligatoria, in quanto regolato direttamente dagli enti preposti. Questa consuetudine si è resa indispensabile da quando le formulazioni sono diventate complesse e piene di prodotti di sintesi, sappiamo infatti che la cosmetica, dai tempi degli antichi Egizi ad oggi, si è modificata enormemente.  Oggi dunque la cosmetica è disciplinata da una normativa europea, in particolare per ciò che riguarda la composizione, l’etichettatura e l’INCI.

Come leggere l’INCI: le etichette dei prodotti cosmetici?

Ciò che primariamente salta all’occhio nella lettura della lista degli ingredienti di un cosmetico, è che questi sono riportati in Inglese e Latino (auspicabilmente) in quanto in Latino vengono citati i nomi delle piante, in Inglese tutto il resto degli ingredienti, i quali vengono inoltre redatti in ordine decrescente, cioè dal quantitativo maggiore di presenza a quello minore. 

Questo intanto già ci suggerisce delle riflessioni. Se analizziamo, ad esempio, l’inci di una crema nutriente all’olio di Argan e notiamo che, nella lista degli ingredienti, l’Argania Spinosa sta negli ultimi posti e come fattore di nutrimento avremo dei grassi ricavati da estrazioni con acidi di petroli (Paraffinum liquidum) oppure sintetici (Cetyl Palmitate, Ethylexy) questo sarà sufficiente per rinunciare immediatamente ad un prodotto non solo affatto naturale ma anche dalla pubblicità ingannevole. 

Gli ingredienti fondamentali dei prodotti cosmetici che dobbiamo prendere in considerazione sono:

  1. il fattore grasso, che apporta le sostanze nutritive
  2. l’emulsionante, che tiene unite la parte acquosa con quella oleosa
  3. i conservanti, per evitare la formazione di batteri e muffe

Andiamo dunque ora a vedere questi elementi per comprenderli meglio e capire dunque come leggere l’inci di un prodotto cosmetico.

Il fattore grasso di un cosmetico (soffermiamoci ora in particolare sulle creme viso) è il fattore più importante in una crema, oltre agli attivi, se di origine vegetale (per una crema davvero naturale). Dunque ciò che è necessario attendersi da una buona crema, è che come secondo ingrediente, ovviamente dopo l’acqua, che è sempre l’ingrediente principale di un’emulsione, ci sia un grasso vegetale cioè: oli (Olea Europea, Prunus Amygdalus, Helianthus Annuus) oppure cere (Simmondsia Chinensis, Candelilla Cera, Cera Alba) oppure burri (Buthyrospermum parkii butter, Theobroma Cacao, Mangifera Indica). 

Per quanto riguarda gli oli, ci sono molte varietà di oli vegetali, basta che il nome della pianta sia in Latino, e sarà di sicuro un olio vegetale. Qualora come secondo ingrediente dovessimo trovare un nome con il suffisso in -ATE O -UM sapremo che il prodotto non è naturale nel suo aspetto più importante e cioè nell’apporto di sostanze nutritive alla pelle.

Un’emulsione, per essere tale, deve necessariamente contenere l’emulsionante, cioè quell’ingrediente che tiene unite le fasi acquosa ed oleosa. Tale ingrediente, sappiamo che non può essere naturale per una buona emulsione stabile nel tempo. In realtà si potrebbero usare le cere, se pensiamo al famoso Ceratum Galeni dell’antichità, ma purtroppo creme realizzate con le cere come emulsionante tendono a separare le due fasi nel tempo, oltre ad avere una texture molto grassa.

Diamo dunque per scontato che anche una crema naturale abbia bisogno di un prodotto di sintesi per poter esistere, sapremo a questo punto che, normalmente un pò prima della metà della lista degli ingredienti, potremo trovare le nomenclature Hydrogenated Castor Oil, Glyceryl Stereate, Polygliceryl 2- Isostereate, Sucrose Polistereate. 

Un’altra categoria di ingredienti necessari in una emulsione, ma in generale in un qualsiasi cosmetico contenente acqua, sono i conservanti, per evitare la formazione di batteri e muffe nella parte acquosa. Questi ingredienti esistono di molteplici origini, quelli più innocui sono di origine vegetale come Sodium Benzoate, Sorbic Acid, Potassium Sorbate. Questi conservanti però vanno, quasi sempre, miscelati con altri ingredienti non di origine vegetale, per ottimizzarne la resa, che servono per impedire la proliferazione di batteri come: Benzyl Alcol, Sodium Deidroacetate, Phenoxyethanol, Methyl-Sothiazolinone. 

Poi abbiamo altre due categorie di conservanti: i parabeni ed i cessori di formaldeide. Nella prima categoria troviamo tutti i nomi con suffisso in -PARABEN, nella seconda (a mio avviso da evitare) abbiamo: 2 Bromo 2 Nitro 1, 3- Propadeniol, Imidazolidynurea, Diazolidinil Urea, Hudantoin. 

Come scegliere un prodotto cosmetico?

In conclusione, possiamo senz’altro affermare che in un’emulsione, ovvero una crema viso o corpo, davvero naturale, al secondo posto deve necessariamente esserci un olio o un burro vegetale. Questo lo possiamo senza dubbio affermare e facilmente riconoscere nel momento in cui ci approcciamo a leggere la lista degli ingredienti. Se così non fosse, possiamo comunque acquistare il prodotto ma con la consapevolezza che la percentuale più alta degli ingredienti non è naturale e soprattutto la loro capacità di apportare beneficio alla pelle risulterà più debole o addirittura nulla. 

È necessario diventare consumatori consapevoli, in ogni ambito, ogni volta che siamo chiamati a scegliere, sia un cosmetico, che un alimento o un capo d’abbigliamento. È infatti un nostro diritto valutare le composizioni e scegliere un prodotto in base a ciò che sappiamo ci fa star bene sia dentro che fuori.

Ne abbiamo parlato in questa chiacchierata:


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Federica Lenzi si forma privatamente con l’erborista Giusy Sangalli, nel 2015 si iscrive al Corso di Fitocosmesi
presso la Scuola di Arti e Mestieri di Roma, dove si diploma con il massimo dei voti. E’ una raccoglitrice di piante selvatiche e predilige un approccio alla Natura di tipo bioenergetico. Nel 2019 costituisce l’Azienda Agricola SaròRosa in provincia di Arezzo, dove coltiva piante officinali biologiche e le trasforma in cosmetici, oli essenziali e tisane.
Ig: sarorosa_
Fb: SaròRosa

L’Ayurveda, l’antica scienza della vita, oltre che occuparsi della cura delle malattie, pone la sua massima attenzione sulla salute di ogni individuo e sulla capacità di mantenerla a lungo. Spicca quindi l’aspetto preventivo di questa disciplina che viene attuato prendendo in considerazione diversi aspetti.

In Ayurveda è prevista una specifica routine quotidiana per purificare e rafforzare il corpo che guarda ai cicli della natura e basa le attività quotidiane attorno a questi cicli.
Questa routine è chiamata in sanscrito Dinacharya दनचया (dina=giorno e charya=regime/comportamento) e racchiude un insieme di regole igieniche per la pulizia del corpo e di azioni ben precise da svolgere nel periodo che intercorre tra l’alba e il tramonto.

Ogni azione presente nel dinacharya segue una logica precisa che si accorda con i ritmi della natura. Esiste un “orologio doshico” che scandisce le nostre giornate.
Cosa significa?

I dosha Vata, Pitta e Kapha, oltre ad essere presenti dentro di noi sono presenti anche nell’ambiente esterno e con le loro qualità ci influenzano costantemente. Nelle varie fasce orarie della giornata si alternano momenti di accumulo e diminuzione dei dosha che hanno effetti sulla nostra fisiologia e l’ambiente.

  • VATA DOMINANTE dalle 2 alle 6 e dalle 14 alle 18: ha le qualità di leggerezza, freschezza e movimento. Questo ci predispone al risveglio, alle azioni di purificazione, attività di studio e lavoro. In queste fasce orarie siamo maggiormente attivi sia fisicamente che mentalmente.
  • KAPHA DOMINANTE dalle 6 alle 10 e dalle 18 alle 22: ha le qualità di pesantezza, stabilità, lentezza. Queste qualità ci possono fare sentire maggiormente “lenti” e stanchi, per questo motivo alzarsi tardi dal letto la mattina ci provoca difficoltà ad “ingranare” la giornata. Non è indicato mangiare in queste fasce orarie per via della lentezza dei processi digestivi, bensì vanno sfruttate per consolidare e dedicarsi al riposo.
  • PITTA DOMINANTE dalle 10 alle 14 e dalle 22 alle 2: ha le qualità di calore e trasformazione. Queste qualità stimolano i processi digestivi e ci fanno sentire maggiormente affamati. Durante il giorno il pranzo dovrebbe essere consumato tra le 12 e le 13, momento in cui il nostro potere digestivo è al suo massimo. Viceversa nella fascia oraria notturna possiamo avvertire una “fame fasulla” questo avviene perché la fase più profonda metabolica di pitta è attiva.

Vediamo ora nello specifico la giornata tipo secondo le regole del Dinacharya.

Il risveglio

L’ora del risveglio deve avvenire 30/40 minuti prima dell’alba (Brahma Muhurta). Tempo del dio Brahma e tempo adatto per godere appieno dell’energia e della benedizione del nuovo giorno, nonché tempo in cui Vata è al suo massimo con le sue qualità di freschezza e movimento.
Una volta aperti gli occhi è bene rimanere nel letto qualche istante, ascoltare il proprio respiro per prendere coscienza di come ci sentiamo e …SORRIDERE!

Questo orario è anche quello indicato nello yoga come quello ideale per le pratiche di meditazione.

Appena alzati è utile bere un bicchiere di acqua calda o tiepida per stimolare i riflessi gastrointestinali che facilitano l’evacuazione. Evacuare la mattina è molto importante per evitare un eccesso di Kapha e pesantezza durante la giornata.

Dopo aver espletato le funzioni corporali ci si dedica alla pulizia e al nutrimento degli organi di senso. È essenziale mantenerli puliti in quanto i sensi ci permettono di entrare in relazione con il mondo che ci circonda.

Pulizia della lingua. Con un apposito raschietto si rimuove la patina che si è formata durante la notte, osservare questa patina ci da modo di capire come funziona la nostra digestione: che colore è la patina? È tanta? È poca? Viene via facilmente?
Questa pratica ci consente anche di stimolare l’espulsione del muco in eccesso nella regione della testa.

Lavare i denti. È consigliato utilizzare un dentifricio dal sapore amaro ed astringente per disinfettare la bocca e rinsaldare denti e gengive. La tradizione ayurvedica prevede l’utilizzo di specifici dentifrici in polvere che possiedono le qualità sopra indicate.
Fare i gargarismi con olio di sesamo , il cosiddetto “oil pulling”. Questa pratica rafforza le gengive, nutre il cavo orale prevenendo le malattie e rischiara la voce.

Pulire le fosse nasali (jala neti) con l’apposita lota nasale riempita di acqua calda ed un pizzico di sale. Far scorrere delicatamente l’acqua in una narice facendola fuoriuscire dall’altra e viceversa.
Al termine inserire una goccia di olio di sesamo o Anu taila (specifico olio medicato) nelle narici e massaggiarle.

Sciacquare gli occhi con acqua fresca e applicare il collirio. Non è facile trovare il giusto collirio qui in Italia. Un ottimo sostituto può essere l’utilizzo del kajal (non quello cosmetico) indiano, che ha come ingredienti principali il ghee e la canfora. Il ghee da molto nutrimento e morbidezza mentre la canfora porta freschezza agli occhi.

Oleare il corpo con olio di sesamo biologico e non trattato, oppure olio di cocco, indicato per la stagione calda.

“Se una persona pratica regolarmente il massaggio d’olio, il suo corpo non risente di ingiurie o del lavoro più duro. La sua struttura fisica diventa forte, flessibile ed attraente. Mediante questa pratica il processo dell’invecchiamento è rallentato” (C:S: Su, 88-89).

Questa pratica nutre e rafforza il corpo in profondità e pacifica il dosha Vata. È importante oleare bene diversi punti molto delicati del corpo (le porte sacre): orecchie, narici, ombelico, ano e genitali. È prevista anche l’applicazione di una goccia di olio su di un importante punto posto sulla sommità della testa chiamato Brahmarandra (la porta di Brahma) questa azione porta chiarezza mentale e tranquillità.
Fare poi una doccia o un bagno per rimuovere l’eccesso di olio.

Una volta terminate le pratiche igieniche si può fare colazione. La colazione dovrebbe essere leggera e consumata prima delle 8.
Dopodiché ci si può dedicare alle attività del mattino.

Il pranzo

L’orario ideale per il pranzo è tra le 12 e le 13, momento in cui Pitta prevale nell’ambiente ed il nostro potere digestivo è al suo massimo. In Ayurveda il pranzo è considerato il pasto più importante, deve essere abbondante e completo.
Il pranzo va consumato in un luogo confortevole, stando seduti e con un atteggiamento di calma e gratitudine. Ogni pensiero negativo, rabbia o mangiare di fretta andrà ad influenzare negativamente la digestione e l’assimilazione dei nutrienti.

Dopo pranzo è opportuno fare una passeggiata breve, almeno 100 passi, come riportano i testi classici antichi, per favorire la digestione.

Pomeriggio

Tra le 14 e le 18 dominano le qualità di Vata, in questa fascia oraria ci si dedica al lavoro, allo studio e all’attività fisica.

Nel tardo pomeriggio ci si può dedicare alle pratiche per scaricare le tensioni accumulate durante la giornata come lo yoga, pranayama e meditazione.

La cena

L’ayurveda prevede che la cena sia consumata abbastanza presto, non più tardi delle 19, e che il pasto sia leggero e di facile digestione.
Dopodiché ci si prepara al sonno.
Fino alle 22 è consigliato dedicarsi ad attività rilassanti, spegnere tv e cellulare ed evitare tutte le azioni che potrebbero sovra-stimolare la mente.

Il sonno

È indicato coricarsi entro le 22, orario in cui kapha è ancora dominante con le sue qualità di pesantezza e lentezza, questo ci consente di sfruttare al meglio queste qualità per favorire un buon sonno ristoratore.
Per rilassare il corpo e migliorare la qualità del sonno, prima di andare a dormire si può fare un bel bagno caldo oppure massaggiare i piedi con olio di sesamo caldo.

E dopo la notte…. ricomincia un’altra giornata in armonia con le qualità della natura!

Per avvicinarsi a queste pratiche il mio consiglio è quello di inserire un’azione per volta (una a settimana o anche più) dando modo al corpo di creare delle piccole abitudini e consolidarle nel tempo.

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Federica Vallé – Tecnico in Āyurveda certificato FAC. Porto avanti la mia passione lavorando con i trattamenti ayurvedici, consulenze e stile di vita. Mi tengo in costante aggiornamento frequentando corsi, seminari e ritiri (in presenza e online) sia in Italia che in India

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Fedi Ayurveda

Negli articoli dei mesi precedenti abbiamo iniziato a capire come il ciclo mestruale non sia un evento limitato ai giorni delle mestruazioni, ma un compagno mensile in cui gli ormoni specifici di ogni fase rispecchiano il nostro stato fisico ed emotivo. Abbiamo parlato dell’alternanza di due fasi di luce e di due di ombra condizionanti l’orientamento della nostra energia, che da attiva ed espansa durante la fase pre-ovulatoria ed ovulatoria, passa a passiva e retratta con l’arrivo della fase premestruale e durante i giorni del sangue.

Oggi entriamo nello specifico della fase ovulatoria. Quando penso all’ovulazione mi viene da affermare:’’Ahhhhhhh l’ovulazione, che gioia!’’ 

Perché?

La fase ovulatoria per noi donne rappresenta lo sbocciare di un’energia fluida, morbida e piena che ci avvolge ed avvolge anche gli altri, come l’estate. Se nella fase pre-ovulatoria o follicolare siamo tutte focalizzate su ciò che ci interessa, sui nostri obiettivi di vita ed incarniamo l’archetipo di Artemide, che con la sua freccia direziona la sua volontà, nella fase ovulatoria, invece, la nostra energia è quella tipica della Madre. La nostra parte egoica lascia spazio all’energia del cuore, dell’amore, per noi stesse e per l’altro. L’ovulazione è, quindi, l’espressione massima del Femminile caldo, accogliente, aperto. Siamo disponibili e pronte a dare per il puro amore di farlo. Siamo materne con noi stesse e con gli altri, pronte a sostenere chi ha bisogno perché abbiamo un’energia strabordante. Anche la nostra sessualità cambia parecchio. Se nella fase precedente il flirt, il gioco e l’erotismo la dominavano con il focus di conquista e piacere personale, in questa fase ciò che più ci interessa è donarci e donare piacere all’altro. 

Il nostro corpo ricorda la Venere di Botticelli. Rotonde e morbide con la luce radiosa che pervade il viso, i nostri tessuti sono imbevuti di estrogeni, ormone follico-stimolante e luteinizzante, i protagonisti che accompagneranno lo sbocciare del follicolo e il rilascio dell’ovulo. Nulla a che vedere con i capelli e la pelle unta, le occhiaie e la voglia di starsene in pigiama stile Maga Magò nei giorni che precedono le mestruazioni. Ma come è bene ricordare, ogni fase ha la sua funzione e i suoi lati che possiamo etichettare come positivi o negativi, sta a noi osservarli con distacco e vivere con accettazione il bisogno che siamo chiamate ad ascoltare.

Infatti, non è detto che tutte noi percepiamo il momento dell’ovulazione come una fase piacevole. Questo potrebbe parlarci di quanto accogliamo in noi l’archetipo della Madre oppure di come ci relazioniamo alla nostra madre biologica, o ancora, di quanto siamo disconnesse da Madre Terra. Per alcune donne l’ovulazione è anche molto dolorosa. Se questo accade sarà bene osservare il rapporto che si ha con la capacità di procreare. Quanto sono soddisfatta di quello che creo nella mia vita? Incarna ciò che il mio femminile vuole comunicare? Sto sopprimendo il mio potere creativo? Le ovaie ci parlano di questo, della capacità di dare alla luce, non solo un figlio, ma anche un progetto, un’idea, i nostri talenti e l’ovulazione è il tempo della nostra realizzazione, corrispondente al momento della Luna piena. 

La cosa meravigliosa del ciclo mestruale è proprio questa possibilità di ascoltare noi stesse, portare attenzione a ciò che emerge, trasformandolo ogni mese, mestruazione dopo mestruazione, sangue dopo sangue. 

La fase ovulatoria, come dicevamo, è legata all’archetipo della Madre Madre Terra ed è per questo che l’energia che ci pervade è un’energia feconda e piena. Il nostro senso di auto-stima è forte e non solo. Particolare, infatti, è la percezione della fiducia incondizionata nei confronti della Vita, una Fede, mi viene da dire, radicata nel corpo, spontanea. Non importa cosa si stia vivendo in quei giorni, perché sai che sei e sarai sostenuta, che la Vita ti accoglierà sempre a braccia aperte, qualsiasi cosa accada. 

Concludendo, essendo l’ovulazione la fase in cui l’energia del IV chakra è quella che ci coinvolge, possiamo sfruttare questo momento per analizzare la nostra personale connessione con l’energia del cuore e dell’Amore. Quanto sono consapevole del legame di condivisione e di cura con le altre persone? Quanti rapporti autentici ho nella mia vita? O quanto mi focalizzo sui bisogni degli altri, trascurando me stessa e le mie ambizioni? 

Ecco un esercizio pratico per contattare l’energia di Madre Terra e farla fluire, prima, dentro il nostro cuore e poi all’esterno.

Posizionati in piedi, con le gambe divaricate e un pochino flesse (asana della Dea). Inspira solleva le braccia al cielo, distendi le gambe ed espirando tuffati nel tuo utero piegando lentamente le gambe verso il basso. In malasana, inspirando, raccogli con le mani l’energia di Madre Terra e salendo lentamente portala nel cuore. Espirando, con le mani accompagna e dona questa energia dal cuore verso l’esterno. Continua in fluire spontaneo, senti come il nutrimento che viene dalla Terra ti riempie il cuore e percepisci il calore che dal cuore si espande e pervade la spazio fuori di te. 

 

Per approfondire leggi anche:

 

Valentina Vavassori – Osteopata Curandera (trattamenti osteopatici adulti, donne in gravidanza, neonati e bambini). Lavoro femminile di guarigione del ciclo mestruale singolo o a gruppi.

366 3402454
val.vavassori@gmail.com
www.valentinavavassoriosteopata.com
osteopatia-Valentina Vavassori

Alla Natura possiamo ritornare osservando il suo ritmo, che ci appartiene nel profondo. Vivere a contatto e nell’ascolto di essa ci porta a notare come la sua ciclicità alterni delle fasi di produzione a delle fasi di ripresa, ricordando il movimento pulsante della vita di espansione e retrazione, apertura e chiusura, inspirazione ed espirazione.                                                                                                             

Se riusciamo a sincronizzarci con questi ritmi naturali, è più semplice vivere in salute e rispettare i bisogni fisiologici del corpo. Per noi donne può essere più intuitivo grazie alla presenza del nostro ciclo mestruale, che ogni mese ci fa vivere le quattro stagioni e ci pone in relazione con i quattro elementi: il fuoco, l’acqua, la terra e l’aria.

L’inverno è il momento in cui tutto si ritira. È il letargo degli elementi, che dopo la massima espansione estiva, ritornano nella terra per ritrovare il nutrimento necessario al rinnovamento che precederà il prossimo ciclo. È una morte apparente. Anche il nostro corpo fisico, di fatto, muore un po’ ogni giorno: ogni cellula ha una sua emivita, che a seconda delle precise funzioni dura poche ore o pochi giorni, ad esempio, è il caso dei globuli rossi, i quali hanno una vita media di 120 giorni circa. Ogni cosa, sia fuori che all’interno di noi, testimonia la necessità della morte come rinnovamento, cambiamento, pulizia, spazio, lasciar andare, vuoto… per la continuazione della vita. L’inverno è il messaggero di questo insegnamento. 

All’inverno sono connessi i nostri reni, gli organi legati all’elemento dell’acqua, matrice e sorgente di vita ed in particolare sede della nostra energia vitale. Durante l’inverno, quindi, ci viene chiesto di portare attenzione e di osservare come stanno le nostre riserve energetiche, se le abbiamo usurpate o se siamo state/i in grado di prendercene cura senza arrivare a stressare l’organismo. I reni, infatti, sono sede di quella particolare energia così detta non rinnovabile, che rispecchia la nostra forza vitale, la nostra salute e la nostra longevità.

È interessante notare nei reni risieda l’espressione relazionale con la madre, che essendo la prima relazione d’amore che esperiamo, è sua volta espressione del tipo di radicamento che abbiamo ricevuto da piccole/i. Il tipo di nutrimento materno ricevuto determina la matrice femminile dalla quale derivo, impronta la mia energia yin, le capacità che ho di accedere ad essa, che si traduce nella capacità che ho di abbandonarmi, rilassarmi ed affidarmi alla vita. In base alla modalità del il mio accudimento, se è stato calmo, accogliente, paziente, in ascolto dei mie bisogni e rassicurante, si svilupperà la mia capacità di essere accogliente, calma/o, paziente e rassicurante nei miei confronti, cioè in una fisiologia nervosa, bilanciata, in grado di alternare stati di allerta in caso di pericolo a stati di quiete nelle fasi di recupero. Quella capacità di up and down intrinseca alla vita di cui parlavo all’inizio. 

La domanda da porsi, quindi, è… che tipo di nutrimento ho ricevuto? Quali sono state le abitudini che ho assorbito nel profondo e che ad oggi mi porto nella vita? Come mi fanno stare queste abitudini? Mi permettono di trovare fiducia oppure sono dei meccanicismi assorbiti, che sottendono e nascondono un’emozione antica, alla quale non voglio accedere?

I reni per essere in salute esigono libertà dagli schemi automatici e sincronia con il ritmo della vita, che è quello del corpo. Hanno bisogno di profonda calma, se viviamo costantemente nella paura, nell’ansia, nella fretta, queste portano ad un lento e progressivo esaurimento delle nostre riserve energetiche renali. 

Per capire come è lo stato di salute dei nostri reni possiamo osservare la vitalità dei nostri capelli e dei nostri denti, la presenza di occhiaie marcate, il colorito grigiastro della cute, lo stato energetico generale (se siamo spossati, stanchi…), la qualità del sonno precaria, che non ci ricarica. Questo è indicazione di un esaurimento renale. Inoltre, i reni sono connessi alle ossa (rappresentanti dei nostri antenati famigliari) e al midollo spinale. In particolare, la loro fascia di rivestimento ha un ancoraggio alla colonna vertebrale nella zona della lombare medio-alta, così che anche mal di schiena, rigidità o pesantezza in questa sede possono indicare una difficoltà nella libertà renale. La fascia renale si collega, anche, alla fascia dello psoas, che viene definito il binario di movimento dei reni, lungo il quale essi si muovono. La stessa fascia dello psoas è in connessione con quella del diaframma toracico, determinando così una relazione tra reni e respirazione. 

Durante l’inverno, quindi, ci viene chiesto di fare una sorta di ricapitolazione, portando con sé questi due messaggi:

  1. osserva le tue abitudini acquisite, come esse ti nutrono e se ti appartengono o fanno parte di ripetizioni emotive acquisite. Nel momento in cui l’abitudine si affaccia, per esempio, accendere la tv, fermati, ascolta cosa si muove nel corpo. Qual è l’emozione che si muove? E poi chiediti, cosa c’è di mio in questa ripetizione e cosa, invece, mi imprigiona in un vivere infelice? Sei pronta/o a lasciare andare il passato, quello che non ti rappresenta per aprirti alla primavera e permettere alla tua essenza e ai tuoi talenti di fiorire?
  2. una volta giunta la consapevolezza delle abitudini dannose con cui ti nutri, inizia a coltivare delle abitudini che ti riportino al presente, al corpo e che ti espandono, così che ogni volta che quell’abitudine vecchia torna, la puoi osservare e spostare la tua attenzione sull’abitudine nuova
  3. Coltiva in te la quiete, la calma, il rilassamento e la fiducia, che portano la pace necessaria alla salute generale dell’organismo ed il radicamento interiore che ci permette di vivere in armonia con tutto ciò che accade dentro e fuori di noi.

Una pratica per iniziare a piantare dei nuovi semi, riprogrammare le credenze inconsce assorbite e sviluppare nuove qualità è quella di riprogrammare il nostro ascoltatore interno grazie alla capacità di parlarsi con amore. 

Uno dei momenti più adatti per fare questo è lo spazio che si crea appena prima di addormentarsi in cui il conscio lascia spazio al subconscio. Così, quando sei sdraiata/o a letto inizia a dire a te stessa/o: domani sarò più presente al mio corpo, domani avrò più fiducia nella vita, domani sarò più amorevole con me stessa/o, metti tutte le qualità che desideri e ripetile come un mantra. Ti addormenterai con esse, che come un seme germoglieranno e lentamente cresceranno, diventando radici forti alle quali affidarti. 

 

Valentina Vavassori – Osteopata Curandera (trattamenti osteopatici adulti, donne in gravidanza, neonati e bambini). Lavoro femminile di guarigione del ciclo mestruale singolo o a gruppi.

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Nel pensiero cinese, e anche nell’On Zon Su (l’arte del massaggio cinese del piede), assume un’importanza fondamentale l’analogia, la quale permette di cogliere intuitivamente aspetti delle cose che altrimenti sarebbe più difficile scoprire.

Prendendo la definizione dal vocabolario, l’analogia è il rapporto di somiglianza tra due oggetti, tale che dall’uguaglianza o somiglianza constatata tra alcuni elementi di tali oggetti si possa dedurre l’uguaglianza o somiglianza anche di tutti gli altri loro elementi costitutivi.

Generazioni di studiosi e maestri, attraverso l’uso di analogie funzionali e consolidate, posero le basi del pensiero cinese che venne via via sviluppato nel corso dei millenni fino ad arrivare ai giorni nostri.

Una delle analogie più significative dell’On Zon Su è il binomio “uomo-albero”.

Gli antichi cinesi osservarono come l’uomo e l’albero si somigliassero: entrambi si ergono dalla terra e crescono verso l’alto. Le radici dell’albero sono come i piedi dell’uomo, sono le sue fondamenta ed è da questa affermazione che deriva l’importanza dei piedi nel corpo umano. Se le radici dell’albero riescono ad assorbire nutrimento dalla terra, l’albero cresce rigoglioso e dà frutti. Se le radici dell’albero sono sane anche l’intero albero lo è. Tutto questo, per analogia, vale anche per l’uomo: se i piedi dell’essere umano sono sani anche l’intero corpo umano lo è.

Ne deriva che si può agire sui piedi per raggiungere o mantenere il benessere dell’individuo.

Un’altra analogia tra l’uomo e l’albero è che entrambi dipendono dal Cielo e dalla Terra: hanno bisogno delle energie del Cielo e della Terra. Dal Cielo assorbono l’ossigeno, la luce, lo spettro dei colori e le influenze cosmiche; dalla Terra ottengono nutrimento e stabilità.

La triade “Cielo – Uomo – Terra” è un concetto molto importante, se non fondamentale, nell’On Zon Su.

“L’Uomo nasce dalla Terra, il suo destino viene dal Cielo. La combinazione delle due energie, celeste e terrestre, si chiama “Uomo”. Poiché l’Uomo risponde alle evoluzioni delle quattro stagioni, il Cielo e la Terra sono chiamati il “Padre” e la “Madre”. Poiché l’Uomo comprende i problemi degli esseri egli è chiamato “Figlio del Cielo”.

Huangdi Neijing Suwen (Le domande semplici dell’Imperatore Giallo)

In questa sede vorrei soffermarmi sul concetto di Cielo che nell’On Zon Su – e nella Medicina Tradizionale Cinese – è molto affascinante (perlomeno a me affascina tantissimo!).

Nella teoria dell’On Zon Su oltre alla concezione di cielo come viene comunemente considerato (spazio entro cui si muove il nostro pianeta e tutto il sistema solare), sono presenti anche le nozioni di Cielo Anteriore e Cielo Posteriore di ciascun individuo.

Come mai due Cieli?

Il Cielo Anteriore e il Cielo Posteriore hanno a che vedere con il concetto di tempo più che di spazio.

Il periodo di tempo che intercorre tra il concepimento (o forse anche prima?) e la nascita di un individuo rappresenta il suo Cielo Anteriore, mentre il periodo di tempo compreso da dopo la nascita e fino alla morte dell’individuo viene definito Cielo Posteriore.

Il Cielo Anteriore rappresenta le influenze prenatali dell’individuo: l’ereditarietà, la costituzione, tutto ciò che è innato e che rimarrà pressoché uguale nel tempo; il Cielo Posteriore invece indica le influenze postnatali quali l’educazione, il luogo in cui vive, l’alimentazione, il lavoro che svolge, lo stile di vita, e tutte le altre condizioni che possono mutare nel corso della sua esistenza.

L’aspetto interessante dell’On Zon Su è che permette di intervenire sia sui disturbi del Cielo Anteriore dell’individuo (attraverso la Tavola del Cielo Anteriore), sia sui disturbi del suo Cielo Posteriore (attraverso la Tavola del Cielo Posteriore).

Vediamo se siete attenti e “analogici”

Per quali disturbi verrà utilizzata la Tavola del Cielo Anteriore? E per quali quella del Cielo Posteriore?

Provate ad indovinare!

La Tavola del Cielo Anteriore sarà la scelta ideale per trattare tutti i disturbi ereditari e/o cronici; mentre la Tavola del Cielo Posteriore verrà utilizzata per migliorare i disturbi conseguenti allo stile di vita della persona.

In questi giorni osservate i vostri Cieli (anche quello azzurro fuori dalle finestre!) e, se vi va, fatemi sapere come stanno!

“Per tutti, sotto questo Cielo, concepito il bello nasce il brutto, fissato il bene prende forma il non-bene, essere e non essere si condizionano, grande e piccolo si caratterizzano a vicenda, l’alto si capovolge nel basso, prima e poi si susseguono a circolo”

Lao Tzu

Un caloroso saluto!

Paola

 

Paola Colafabio Operatrice Professionale di Riflessologia Plantare Cinese – Metodo On Zon Su ®  Amo tutto ciò che fa bene al corpo, alla mente e allo spirito!

Per sedute individuali o maggiori informazioni contattami:

3200710276
paolacolafabio@gmail.com

 

Oggi ho deciso di condividere con voi un po’ di pratica.

Ho pensato che, considerato il particolare periodo che stiamo vivendo durante il quale non vi posso incontrare fisicamente per massaggiarvi i piedini, sarebbe bello condividere con voi alcune manovre da utilizzare per l’automassaggio o per massaggiare i piedi di chi vive con voi!

Premetto che in questo articolo utilizzerò un linguaggio semplicissimo, evitando tecnicismi e approfondimenti troppo teorici, rispettando il mio intento iniziale che è quello di invogliarvi ad agire subito!

Il momento migliore per eseguire un massaggio plantare è il tardo pomeriggio, o comunque lontano dai pasti per non intralciare la digestione.

Prima di tutto preparatevi un buon tè verde: lo dovrete bere a piccoli sorsi da qui in avanti (se siete voi a fare il massaggio a qualcuno, preparatene due tazze!), questo aiuterà l’azione drenante e purificante del massaggio.

Successivamente, portandovi il tè verde con voi, scaldate e rilassate i piedi con un pediluvio. Se non avete nulla in casa in questo momento, sono sufficienti acqua calda e comune sale da cucina. L’acqua deve essere calda al punto da arrossare un po’ i piedi, ma non deve scottare! Il pediluvio, oltre a preparare i piedi a ricevere tutti i benefici del massaggio, aumenta la circolazione e schiarisce la mente. Fateci caso!

Eseguite altri semplici rituali per rendere confortevole la stanza o l’ambiente dove vi dedicherete al massaggio e qui potete dare libero sfogo alla fantasia! Io vi do alcuni consigli:

  • Aprite la finestra della stanza prima di iniziare in modo da far entrate aria fresca;
  • Bruciate un incenso, il palo santo o diffondete delle essenze (se avete bisogno di energia e tono preferite limone o arancio, se avete bisogno di rilassarvi usate la lavanda);
  • Mettete della musica tranquilla in sottofondo, l’ideale sarebbe il suono dell’acqua che scorre.   

Se non avete tanto tempo a vostra disposizione potete saltare i passaggi precedenti e partire da qui.

Avevo detto che non avrei usato particolari tecnicismi, ma mi sbagliavo! Le indicazioni che seguono sono importanti per eseguire un massaggio efficace e corretto, per questo mi sono sentita in dovere di riportarle.

• Se eseguite il massaggio a qualcuno, il massaggiato deve sdraiarsi a pancia in su; sarebbe opportuno mettere una coperta arrotolata sotto le sue ginocchia. Se eseguite un automassaggio posizionatevi seduti a gambe incrociate.

• Se siete maschi o se dovete fare il massaggio ad un maschio iniziate sempre dal piede sinistro per poi procedere con le stesse manovre sul destro; viceversa, per le donne iniziate il massaggio dal piede destro e poi passate al sinistro.

• La mano che massaggia deve essere la mano destra quando massaggiate il piede destro e la mano sinistra quando massaggiate il piede sinistro; in caso di automassaggio non è sempre possibile, dunque usate la mano con cui siete più comodi.

• La mano libera che non massaggia deve sempre sostenere il piede: dovete quindi eseguire una controspinta rispetto all’azione della mano attiva che massaggia (esempio: figura 1). In caso di automassaggio non è sempre fattibile essere comodi: evitate le manovre in cui sentite eccessiva scomodità o le vostre articolazioni soffrono!

Figura 1

• Cercate di mantenere la schiena dritta, il collo allineato (non piegate la testa in avanti o lateralmente) e le spalle basse.

• Di seguito, nel descrivere le manovre, quando specifico le ripetizioni di tre, se voleste andare avanti a fare più ripetizioni eseguitele sempre per multipli di tre (quindi tre, sei, nove volte ecc.).

• Cercate di mantenervi tranquilli e concentrati per tutta la durata del massaggio; quando notate che vi siete persi nei pensieri tornate al momento presente connettendovi al vostro respiro.

• Se ricevete il massaggio, non dovete fare nulla! Siate fiduciosi, disponibili e lasciate andare ogni tensione.

Non preoccupatevi se vi confondete o non riuscite a tenere mente tutto! Se vi appassionerete, vedrete che con il tempo vi verrà automatico.

Procediamo!

  • Unite i palmi delle mani davanti al viso e sfregateli uno contro l’altro per richiamarvi energia e calore;
  • Con i palmi delle mani sfregate tutte le parti del piede: dorso, pianta, lato interno ed esterno, dita, tallone, malleoli e collo del piede;
  • Con il palmo della mano sfregate la punta delle dita del piede (questo ha effetto tranquillizzante ed è utile in caso di “cerchio alla testa”);
  • Schiaffeggiate tutte le parti del piede (utile per la circolazione: lo schiaffo scalda i piedi e secondo gli antichi maestri cinesi avere i piedi caldi significa avere testa fresca e quindi buona salute);
  • Con le punte delle dita delle mani unite (vedi figura 2) picchiettate tutte le parti del piede anche dove si sentono le ossa (evitate questa manovra sulle persone anziane);

    Figura 2

  • Soffermatevi sulle parti carnose del piede e “spremetele” con entrambe le mani;
  • Appoggiate una mano sul collo del piede e con l’altra movimentate la caviglia ruotando il piede tre volte in senso antiorario e tre volte in senso orario, cercate di arrivare alla massima ampiezza di rotazione consentita dalle articolazioni;
  • Appoggiate una mano sul collo del piede e con l’altra movimentate la caviglia flettendo il piede in avanti (verso il pavimento) e indietro (verso il volto) per tre volte;
  • Posizionate il pollice della mano o la punta di entrambi i pollici nella fossetta del punto diaframma (vedi figura 3): premete aumentando gradualmente la pressione durante l’espiro e allentate la pressione all’inspiro, ripetete più volte (utilissimo in caso di ansia, agitazione, peso sullo stomaco);

    Figura 3

  • Con il bordo esterno del palmo della mano (vedi figura 4) sfregate la linea orizzontale di attacco delle dita alla pianta del piede in un verso e nell’altro, ripetete più volte (utile in caso di vertigini, capogiri, cefalea, nervosismo, tensione o dolore al collo);   

    Figura 4

  • Con il bordo esterno del palmo della mano (vedi figura 4) sfregate la linea verticale mediana della pianta del piede (vedi linea nella figura 5) in giù e in su più volte (utile in caso di ansia, agitazione, insonnia, ipertensione);

    Figura 5

  • Con le nocche delle dita della mano chiusa leggermente a pugno (vedi figura 6) sfregate in giù e in su tutta la pianta del piede, ripetete più volte (questo ha effetto rivitalizzante per tutti gli organi interni);

    Figura 6

  • Con la punta del pollice e dell’indice della mano pinzate i lati del tendine d’Achille su tutta la sua lunghezza dall’attaccatura al tallone fino a dove inizia il polpaccio e tornate indietro, potete ripetere più volte (ha effetto sulla schiena e rilassa la tensione muscolare delle spalle. Funge da “elisir di lunga vita”: gli antichi taoisti dicevano che per garantire una lunga vita bisognava massaggiare il tendine d’Achille!);

Le manovre per il mal di testa e i disturbi di occhi, orecchie, naso, bocca

Le manovre seguenti, che interessano le dita dei piedi, sono utili in caso di mal di testa e per tutti i disturbi legati a occhi, orecchie, naso, bocca.

  • Flettete in su e in giù tutte le dita del piede contemporaneamente mantenendo il piede fermo (vedi figura 7);

    Figura 7

  • Tenete fermo il piede con una mano appoggiandola sul dorso appena sotto le dita, con l’indice, il medio e il pollice dell’altra mano ruotate ciascun dito del piede tre volte in senso antiorario e tre volte in senso orario;
  • Con la punta del pollice e dell’indice della mano pizzicate per tre volte il polpastrello di ciascun dito del piede come per volerne far uscire qualcosa;
  • Con la punta del pollice e dell’indice della mano pinzate per tre volte ai lati di ciascun dito del piede su tre livelli in lunghezza: ai lati dell’unghia, a metà della lunghezza del dito, alla base del dito (ovvero all’attaccatura del dito alla pianta);
  • Con l’unghia del mignolo o del pollice disegnate una croce sulla punta delle dita dei piedi (questa manovra si chiama “sveglia testa” ed è utile per aumentare la concentrazione, la memoria e l’attenzione)
  • Per concludere, ripetete gli sfregamenti di tutte le parti del piede;
  • Sdraiatevi a pancia in su per qualche minuto (anche se avete effettuato il massaggio a qualcun altro) e respirate profondamente; poi giratevi su un fianco e, aiutandovi con le mani che respingono il pavimento, sollevatevi lentamente. Sollevatevi in questo modo anche nel caso abbiate ricevuto il massaggio.

Al termine del massaggio ricordatevi, come consueta norma igienica, di lavare le mani e, per scaricarvi energeticamente, tenete le mani e gli avambracci sotto l’acqua fresca per un paio di minuti.

Sono sicura che adesso i vostri piedi saranno felicissimi!

Ricordatevi sempre di voler bene ai vostri piedi e di prendervene cura.

I piedi sono le vostre fondamenta, le vostre radici, e vi portano ovunque vogliate.

Per qualsiasi domanda o chiarimento sono a vostra disposizione!

Paola

 

Paola Colafabio Operatrice Professionale di Riflessologia Plantare Cinese – Metodo On Zon Su ®  Amo tutto ciò che fa bene al corpo, alla mente e allo spirito!

Per sedute individuali o maggiori informazioni contattami:

3200710276
paolacolafabio@gmail.com

Oggi donne scrivo un articolo diverso dagli altri. In questo momento di blocco, le riflessioni che ci dobbiamo porre in primis sono sulla volontà o meno di continuare con la tipologia di società capitalista che governa il nostro tempo e lo scorrere della nostra vita. Ci possiamo definire libere e liberi fino ad un certo punto. Credo fortemente che sia giunto il momento di smettere di vivere in una società basata su un’economia in cui vengono creati degli illusori bisogni. Possiamo liberarci di questi ed invertire noi stessi il flusso economico, ricreando una realtà in cui la semplicità e l’essenzialità stanno alla base della piramide.

Perché questa introduzione se nel titolo c’è scritto vagina?

Perché una delle scelte che possiamo fare noi donne è quella di informarci su cosa utilizziamo per “contenere” il sangue nei giorni del flusso. Già contenere è un termine che un pò mi fa rabbrividire. È importante fare questo passo se contiamo che più o meno la nostra vita è caratterizzata da 400 cicli, ossia 2400 giorni in cui perdiamo sangue mestruale.

Come i pannolini usa e getta per i bambini, gli assorbenti che noi utilizziamo sono altamente inquinanti tanto che “in un anno vengono gettati 45 miliardi di assorbenti, un volume tale che se li si allineasse, coprirebbero la distanza fra le terra e il sole.” [1]

Facciamo attenzione perché non sono solo terribilmente nocivi per l’ambiente che ci sta attorno (che comunque dovrebbe farci drizzare le orecchie, visto che la maggior parte delle patologie è correlata allo stato di inquinamento ambientale), ma sono dei veleni per la nostra flora vaginale. Da molteplici studi si è visto, infatti, come gli assorbenti che troviamo negli scaffali dei centri commerciali siano impregnati di: il famosissimo glifosato, diossina,  idrossitoluene butilato, pesticidi, erbicidi… Questi per citarne solo alcuni, poiché in alcune ricerche è risultato che le sostanze tossiche e cancerogene presenti negli assorbenti vadano dalle 20 alle 30. In sintesi, tutte sostanze che vengono definite come interferenti endocrini, ossia sostanze esogene che competono con l’azione fisiologica dei nostri ormoni. È come se queste prendessero il posto dei nostri ormoni che ad esempio si devono occupare della maturazione dell’ovulo, ma essendo chimiche, il corpo non può riconoscere questo messaggio e manda, quindi, un messaggio totalmente differente, intaccando così la risposta normale del nostro organismo. E interferente negli assorbenti, interferenti nel cibo, interferente nello shampoo, nel dentifricio, nei detersivi, nei vestiti… come può il nostro organismo lavorare in condizioni di salute, se per di più gli facciamo respirare aria inquinata?

Ma come è possibile, mi chiedo, che degli oggetti che vengono a contatto con la porta della vita, siano inquinati da sostanze che ci possono far seriamente ammalare?

Le risposte sono due.

La prima, quasi inflazionata oserei dire, è che la produzione commerciale di assorbenti esterni e tamponi è gestita principalmente da tre grandi multinazionali: Procter&Gamble,  Johnson&Johnson e Kimberly-Clark. Prendiamo ad esempio l’azienda Procter&Gamble, insieme al marchio Tampax, di cui è diventata proprietaria nel 2011. Questa commercializza anche i pannolini Pampers, i detersivi Ariel, Dash, Mastro Lindo, Febreze, Lenor e Ace, Pantene, Head&Shoulders, Oral B, insomma altri marchi di cui i componenti sono tossici, basta ormai informarsi sulla composizione INCI (international nomenclature of cosmetic ingredients) per capire le schifezze che ci mettono dentro. [2]

La seconda risposta alla domanda soprastante, forse la più sconcertante tra le due, ma non meno sorprendente, è che gli assorbenti non sono sottoposti a nessun controllo sanitario né tanto meno ai controlli a cui viene sottoposta l’industria cosmetica.

Quindi, la nostra salute femminile è commercializzata a seconda di quale sia il profitto più alto a minor dispendio economico per chi commercializza. E chi ne fa le spese di tutto questo è la nostra vagina, all’interno della quale l’equilibrio è molto delicato. La nostra flora vaginale, infatti, viene intaccata da queste sostanze tossiche facilitando così l’insorgenza di patologie nella vagina stessa, nell’utero, insomma in tutto il nostro apparato.

Quindi, quale la soluzione? A mio parere è ora che prendiamo in mano la situazione, è ora che tutti noi ci prendiamo la nostra parte di responsabilità nelle scelte quotidiane riguardo alimentazione e beni di altri consumi. Noi donne in questo abbiamo anche una parte di responsabilità in più nella scelta di cosa comprare durante i nostri giorni rossi.

Che alternative abbiamo rispetto agli assorbenti chimici?

  1. La coppetta mestruale. Ormai conosciutissima, è un metodo che ci permette di raccogliere il sangue, di osservarlo, di donarlo. C’è un però. Non è adatta a tutte le vagine. Ci sono vagine che si rifiutano di essere ospiti di un aggeggino di gomma che rimane a contatto con le pareti,
  2. Gli assorbenti in cotone biologico (ricordatevi di verificare la trasparenza dell’azienda produttrice). Possono essere dei validi sostituti rispetto a quelli chimici. Di sicuro tutelano di più la nostra flora vaginale, ma rimane il problema dell’eco-sostenibilità, tra lo scarto dell’assorbente stesso, dell’involucro e della confezione complessiva, purtroppo l’impatto ambientale è forte,
  3. Le mutande assorbenti. Queste per me sono state davvero una scoperta sensazionale. Sono mutande, stile culottes normalissime (anche abbastanza gradevoli alla vista) con una parte assorbente che va dalla zona anteriore del pube alla zona posteriore del sacro. Le indossi e puoi mestruare in completa libertà. Quasi come facevano una volta. Nelle campagne, ad esempio, era usuale tra le donne del popolo lasciar colare il flusso liberamente oppure era comune utilizzare dei panni, che derivavano da scarti di stoffa o lenzuola che venivano cuciti, utilizzati durante i giorni del sangue e poi lavati, 
  4. Gli assorbenti lavabili. Stessa cosa per le mutandine assorbenti. Li si utilizza e poi li si lavano,
  5.  La spugna marina riutilizzabile. È una vera e propria spugna, un organismo vivo, che dicono venga raccolta a fine vita. La si introduce in vagina e questa assorbe il nostro flusso.

Ho scoperto, ma non ancora sperimentato, di un metodo che si chiama “flusso istintivo libero”, mi è parso molto interessante e vorrei condividerlo. La metodica consiste nella capacità attraverso una dolce e delicata contrazione del perineo di trattenere il sangue mestruale in vagina e liberarlo quando si va in bagno come per fare pipì. Mi ha affascinato molto sapere che alcune donne riescano ad essere così in contatto con il proprio corpo, con la possibilità di essere totalmente libere da contenzioni. E mi affascina anche la possibilità di metterci a

lla prova con quello che proviamo nel lasciare fluire liberamente il sangue sul nostro corpo, vedere cosa si scatena in noi, quali le sensazioni, i pensieri, i pre-concetti. Sentire cosa il reale contatto fluido-corpo porti a galla.

Per concludere, di alternative ce ne sono tantissime, di tutti i tipi a seconda delle esigenze. Credo sia importante riflettere su che tipo di mercato vogliamo alimentare con le nostre scelte femminili, se un mercato che ci suggerisce di nascondere le mestruazioni attraverso l’uso di tamponi interni chimici o che vuole inquinare ciò che di più sacro abbiamo attraverso la produzione di assorbenti esterni chimici oppure se vogliamo essere parte di un cambio di paradigma e di visione, accettando e celebrando ciò di cui siamo portatrici: sangue di vita e sangue di morte.

Vi lascio con le parole dell’autrice del libro “Questo è  il mio sangue”, Elise Thiébaut, che mi hanno ispirata:

Forse è giunta l’ora di riprendere il potere sulle nostre vite e riabilitare il sangue mestruale creando le nostre regole. Perché non fondare una cooperativa transnazionale in cui le donne possano discutere insieme delle priorità da dare alla ricerca, organizzarsi per fare pressione sui produttori di protezione igieniche, e condividere le informazioni, il sapere e le esperienze sulle mestruazioni?

…Prima che gli speculatori di ogni sorta assumano definitivamente il controllo delle nostre cellule, dei nostri corpi, dei nostri desideri e dei nostri destini, è arrivato il momento di ricollocare l’umanità al centro delle nostre vite mestruali. Questa sarà forse la prima rivoluzione al tempo stesso sanguinosa e pacifica. Ma potrebbe essere, chissà, la madre di tutte le battagli e future per l’emancipazione delle donne e degli uomini.

 

[1] Jessica Gitsham, addetta alla comunicazione azienda Natracare

[2] ‘’Questo è il mio sangue. Manifesto tabù contro le mestruazioni’’ Elise Thiébaut

 

 

Valentina Vavassori – Osteopata Curandera (trattamenti osteopatici adulti, donne in gravidanza, neonati e bambini). Lavoro femminile di guarigione del ciclo mestruale singolo o a gruppi.

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Come funziona la riflessologia plantare?

Credo che questa sia la prima domanda che sorge spontanea nella testa di chiunque senta parlare di questo tipo di massaggio.

La riflessologia plantare si basa sull’assunto che nel piede (microcosmo) sia rappresentato tutto il corpo umano (macrocosmo).

Sul dorso e sulla pianta del piede, dunque, sono individuabili specifici punti o aree che rappresentano tutte le parti del corpo e che possono essere stimolate attraverso una digito-pressione sui punti/aree del piede corrispondenti.

Lo stimolo provocato dalla digito-pressione viene veicolato principalmente attraverso il sistema nervoso periferico e centrale che collega le parti periferiche del corpo (tra cui i piedi) al midollo spinale e all’encefalo i quali, a loro volta, innervano tutto l’organismo.

Oltre al sistema nervoso, le manovre della riflessologia attivano anche il sistema cardio vascolare, il sistema linfatico, il tessuto connettivo, la pelle, i muscoli, la struttura ossea e i meridiani (i canali attraverso i quali si muove l’energia nel nostro corpo, secondo la medicina tradizionale cinese) che contribuiscono sinergicamente alla trasmissione degli “input” della digito-pressione plantare. 

Ecco come si spiega fisicamente il collegamento tra punto/area del piede e parte del corpo.

Ma c’è anche un’altra spiegazione molto più interessante e, per darvela, vi racconto una cosa che mi è successa quando frequentavo la scuola di riflessologia On Zon Su ®.

Al termine di ogni anno ci attendeva un esame di valutazione durante il quale presenziava il caposcuola, il Maestro Ming Wong C.Y.

Oltre alla prova scritta e pratica, dovevamo portare due relazioni e una domanda da porre al Maestro Ming.

Ogni giorno pensavo e ripensavo a cosa avrei potuto chiedere al Maestro Ming, ma in testa avevo il vuoto più totale.

Un giorno mi si accese la lampadina: lessi da qualche parte una citazione, in basso a destra c’era scritto “Proverbio cinese”.

Ecco! Avrei chiesto al Maestro Ming qual era il suo proverbio cinese preferito! (ragazzi, credetemi, non mi era venuta in mente una domanda migliore!!).

Il giorno dell’esame arrivò e porsi la mia domanda al caro Maestro Ming il quale mi rispose: “Il mio proverbio preferito è: FARE PER NON FARE!”

Rimasi qualche secondo senza parole, poi chiesi “Cosa significa?” e lui, con il suo sguardo dolce e sorridente, mi disse che avrei dovuto pensarci su.

Il mio cervello iniziò il suo lavorio mentale… Ma cosa voleva dire? Fare per non fare? Se faccio una cosa è perché la voglio fare, se faccio una cosa la sto facendo, è innegabile, come faccio a non farla?

Facevo veramente fatica a comprendere il significato del proverbio e i miei schemi mentali da occidentale non mi aiutavano di certo.

Un giorno, mentre leggevo un libro, capii.

Parlai a me stessa:
“Io faccio il massaggio, attraverso il quale do uno stimolo al corpo di chi sto massaggiando, ma lascio che sia l’intelligenza del corpo stesso ad agire come e dove c’è bisogno, in questo senso “non faccio”. Con le conoscenze che ho, so che manovre eseguire, su quale parte del piede e con quale dito della mano, ma non posso essere totalmente certa di come, dentro al corpo, il mio tocco verrà recepito e dove andrà a finire… lo posso solo immaginare in base a conoscenze teoriche che ho appreso. 
Il massaggio ha effetto su tutto il corpo, e il corpo sa dove farlo arrivare.”

Come nel Mondo e nella Natura hanno luogo processi di autoregolazione finalizzati all’equilibrio che sembrano guidati da una Forza saggia sulla quale non abbiamo controllo, così anche all’interno del corpo avvengono straordinari meccanismi di omeostasi che mirano al raggiungimento e al mantenimento di una condizione di benessere. Non bisogna fare altro che attivare questi meccanismi, e la riflessologia plantare funge da potente catalizzatore.

Possiamo vedere il massaggio del piede come l’incontro di due elementi aventi cariche energetiche opposte (lo Yin del piede del ricevente e lo Yang della mano del massaggiatore) il quale innesca una trasformazione, un movimento, un processo di circolazione delle energie che termina con l’equilibrio.

Quindi… Let it be!

Con umiltà e profondo rispetto lascio che tutto sia, lascio che tutto avvenga, tanto nel massaggio quanto nella vita.

 

Paola Colafabio Operatrice Professionale di Riflessologia Plantare Cinese – Metodo On Zon Su ®  Amo tutto ciò che fa bene al corpo, alla mente e allo spirito!

Per sedute individuali o maggiori informazioni contattami:

3200710276
paolacolafabio@gmail.com

Stiamo tutti vivendo un momento estremamente complesso, e spero che ne stiate approfittando tutti per rallentare, ascoltarci, centrarci, coltivare la pazienza e fluire in questo cambiamento, su più livelli.

In realtà non è un’attiva passiva, aspettando che là fuori qualcosa cambi, o che qualcun altro faccia qualcosa. E’ un’occasione per lavorare su noi stessi, per affrontare quello che abbiamo evitato o rinviato a lungo, per permetterci di raggiungere un diverso piano di consapevolezza. E’ il momento per creare una relazione più profonda con noi stessi e con gli altri. E’ il momento di conoscere il nostro coraggio, nell’affrontare questa prova così intensa. Ora siamo obbligati a lasciar andare ciò che è superfluo, ciò che non ci serve più, ciò che non fa più parte di noi.

Fuori e dentro di noi c’è grande caos, e il lavoro interiore che sto facendo mi sta dando grande supporto. In passato, molto probabilmente, non avrei potuto essere così centrata in una situazione simile.

Siamo costantemente martellati da notizie, immagini, incertezze, paure, emozioni altrui, che vanno a sovraccare il nostro sistema. Ed è importante ritrovare il nostro centro per non lasciarci trascinare nel vortice di ansia e paura.

Anch’io sono costantemente fortemente sollecitata: ogni volta che una persona cara risulta positiva, la perdita di un familiare, tutti i progetti lavorativi saltati per i prossimi mesi, la paura in ogni messaggio, telefonata, immagine che vedo quotidianamente, le emozioni delle persone a cui faccio sessioni (online).
Il lavoro interiore certo non risolve tutti i problemi del mondo là fuori, tuttavia può fare molto nel mio mondo interiore, e mi permette di non farmi prendere dal panico, non somatizzare in sintomi di ogni tipo, e di restare centrata, lasciandomi lo spazio di compiere scelte in modo lucido, ponderato ed efficace.

Noto questa maggior resilienza anche in amici che hanno integrato nel loro quotidiano semplici pratiche, come ad esempio la meditazione, il respiro consapevole, prendersi cura del proprio corpo e delle relazioni in modo consapevole.

Inoltre in questi giorni, durante le sessioni individuali, molte persone condividono con me situazioni con lo stessa tema di fondo, da stati d’animo come paure e preoccupazioni, frustrazione e rabbia, tristezza e senso di solitudine, a difficoltà a comunicare con i partner, i figli, o i genitori.

E devo dire che in molti mi dicono anche di passare giorni in pigiama, alcuni senza farsi la doccia per molto tempo, mangiando schifezze e guardando per ore televisione e cellulare.

Il fatto di essere a casa non significa che abbiamo smesso di vivere, anzi, abbiamo la possibilità di fare tutte quelle cose che abbiamo rimandato a lungo, anche per anni.

Una delle cose più importanti che mi sento di suggerire è di creare alcune sane routine.

Per il sistema nervoso è estremamente utile avere degli orari fissi, quindi svegliarsi, fare attività fisica, meditare, mangiare e andare a dormire sempre più o meno allo stesso orario.

Personalmente, voglio prendere questo periodo, non solo per avere tempo per me e con me, anche per inserire nella mia vita attività che non riesco a fare spesso. Inoltre portando avanti un’attività per almeno 21 giorni, questa diventerà una nostra sana abitudine.

Quindi apriamo il cassetto di quello che avremmo sempre voluto fare!

Visto che passiamo molto più tempo a casa, il corpo ha bisogno di muoversi. E questo è fondamentale anche per scaricare le tensioni che ci portiamo addosso.

Riprendiamo esercizi che facevamo un tempo, o seguiamo i numerosi corsi online. Fare Yoga è certamente l’attività che consiglio, e Michela di Vivo Yoga ha condiviso corsi per ogni livello di pratica. Si possono trovare anche pilates, stretching, esercizi di respiro, do in, qi gong e tanto altro. Perché non imparare una nuova tecnica orientale?

E quante volte ci prendiamo il tempo per ballare? Che non significa seguire figure perfette di chissà quale stile complicato… Ballare è lasciarsi fluire nella musica, diventare un tutt’uno con la musica, lasciare che sia il corpo a decidere come muoversi, fidarci dei movimenti che arrivano e accogliere le emozioni che affiorano.

Io mi diverto con il trampolino, ma è sufficiente saltare un po’ anche sul pavimento: è un ottimo stimolo per aumentare la vitalità di corpo e umore.

In questi giorni abbiamo il tempo di studiare cose nuove. E non studiare noiosamente, per obbligo, con qualcuno che ci forza e ci dà un giudizio, com’era a scuola. Intendo studiare con la passione, la curiosità e la voglia della scoperta! Ci sono corsi online per imparare a fare di tutto! Una lingua nuova, progettando il prossimo viaggio all’avventura. Un corso di computer, e finalmente creare il nostro sito personale per mostrare al mondo i nostri talenti. Un corso di pittura, di canto, di ballo, di pianoforte o di ukulele, di decoupage o origami, di cucito o pole dance. Un corso per imparare una professione nuova, e finalmente lasciar andare quel lavoro che ci sta stretto.

E diamo libero sfogo alla nostra creatività: dipingiamo un quadro o le pareti di casa, costruiamo qualcosa di unico, sperimentiamo in cucina piatti mai provati prima, disegniamo mandala, su carta o sul soffitto in camera, scriviamo lettere o un libro, trasformiamo un vecchio vestito osando aggiungere qualcosa di eccentrico, dipingiamoci il corpo, trucchiamoci o mascheriamoci giocando ad essere qualcun altro, giochiamo con i nostri figli o con il nostro bambino interiore, riempiamo casa di mazzi di fiori di carta colorata, facciamo dei collage di vecchie foto, creiamo un poster con tutti i nostri desideri, dalla vita privata al lavoro, dai viaggi alla casa, dagli amici a tutte le attività che vorremmo avere nel nostro futuro.

E rendiamo la casa più bella e accogliente: spostiamo i mobili per trovare nuove soluzioni, cambiamo l’ordine degli oggetti che ci circondano, creiamo spazio, lasciamo andare quegli oggetti che non risuonano più con noi, accendiamo candele e incensi, stendiamo teli colorati, prendiamoci cura di piante e fiori.

Altre routine importanti sono legate all’alimentazione. Sì, il pezzetto di cioccolato può essere di conforto. E’ l’esagerare con pizza, patatine, biscotti, caramelle e merendine che non aiuta il nostro corpo, e nemmeno le nostre emozioni e i pensieri. Questi alimenti, oltre ad apportarci scarsi nutrienti, ci appesantiscono, e nel nostro intestino impediscono l’assorbimento di altre sostanze più importanti.

Come sarebbe iniziare 21 giorni di alimentazione sana? Che non significa vivere di stenti, privazioni e sofferenze. Potremmo diminuire i prodotti da forno e aumentare frutta e verdura fresca. Inserire estratti freschi (sì, finalmente abbiamo il tempo di pulire l’estrattore, anche tutti i giorni!), magari già al mattino per darci la carica, cambiando sempre frutta (mele, pere, arance, limoni, e tutte le meraviglie che ci porterà la primavera) e verdura (carote, finocchi, sedano, prezzemolo, cavolo nero, barbabietola, spinaci, topinambur) e se abbiamo un po’ di prato fuori casa, si possono trovare da aggiungere anche erbe spontanee (tarassaco, ortica, piantaggine).

A rotazione variare il più possibile tipi di alimenti. Ottima cosa è anche il digiuno a intermittenza: possiamo mangiare la solita quantità giornaliera di cibo, semplicemente cenando prima, tipo verso le 18, e fino alla colazione del giorno successivo, ad esempio verso le 9.00, non inserire nulla, se non tisane calde. Questa pratica rafforza il sistema digestivo e immunitario, e permette al corpo di smaltire meglio le tossine. E si dorme anche molto meglio quando lo stomaco è più leggero la sera.

Io sono solita farlo sempre due volte a settimana, ora anche tutti i giorni.

Da provare!

Certamente importante in questo momento (e sempre), restare connessi con le persone importanti per noi, e creare nuove connessioni. Restiamo in contatto con le persone care, e magari anche quelle che non vediamo da tanto. Come sarebbe scrivere all’amica che non vediamo dai tempi delle scuole? O scrivere una mail per ringraziare un ex per tutto il bello che abbiamo condiviso (nonostante i casini che abbiamo entrambi fatto e che ci hanno fatto prendere strade differenti)? E poi sentire regolarmente la vecchia zia che è sola in casa.

E anche bussare alla porta del vicino anziano del piano di sopra, che vive da solo, anche se forse l’abbiamo incontrato solo due volte nella vita, e sembra anche un po’ burbero (e ovviamente non c’è bisogno di aprire la porta, o si può aprire, restando poi a distanza), bastano due parole gentili, far sapere che se ha bisogno, noi ci siamo… Questo scalda il cuore a lui e anche a noi.

E arriviamo alla meditazione. Leggiamo continuamente “se non puoi andare fuori, vai dentro”. Ma se non l’abbiamo mai fatto, come si inizia a meditare? Non siamo certo abituati a sederci in una posizione per alcuni scomoda, per ore, svuotando completamente la mente e raggiungendo la beatitudine!

Da cosa iniziamo?

Premetto che meditazione può essere ogni cosa: possiamo mangiare in meditazione, danzare, cantare, camminare, fare il nostro sport preferito, cucinare, dipingere, fare l’amore, stare in natura, fare un bagno caldo… Tutto, se lo facciamo in consapevolezza e presenza.

Come si fa a trovare la consapevolezza ed essere in presenza?

Innanzitutto trova una posizione comoda, su una sedia, a terra, sul divano, va bene anche sul letto, ti consiglio di stare seduto mantenendo la schiena dritta (questo aiuta ad essere maggiormente in presenza).

Chiudi gli occhi.

Già fare questo ti porta delle modificazioni nel corpo. Ti stai dando spazio e tempo, e grazie a questo, il tuo corpo può autoregolarsi. Perché il corpo sa, naturalmente, ritrovare lo stato di benessere, basta dargliene la possibilità.

E poi cosa faccio con gli occhi chiusi? Perché i pensieri continuano ad arrivare, non c’è silenzio nella testa.

Questa è una pratica che va allenata.

Puoi portare la tua attenzione nel corpo, e fare una scansione di ogni sua parte. Partendo dai piedi, nota come poggiano a terra, o sul divano, nota le gambe, e il peso del tuo corpo, la schiena come poggia contro lo schienale, le spalle, il collo, il viso, le braccia, le mani. Nota dove c’è tensione, oppure rilassamento, dove c’è contrazione o espansione. Nota la temperatura del corpo, magari c’è differenza nelle diverse parti. Nota i vestiti come sfiorano la tua pelle. Nota l’aria attorno a te, soprattutto a contatto con le mani e con il viso.

Poi è importante portare l’attenzione al respiro. Nota come l’aria entra nelle narici e scende fino al petto. Nota l’espansione del torace durante l’inspirazione e la sua contrazione nell’espirazione. Lasciati cullare da questo movimento. E nota che magari il respiro diventa più lento e profondo.

Poi nota al centro del petto il cuore che batte, e forse anche il battito rallenta lievemente seguendo il ritmo del respiro.

Ogni volta che la tua attenzione è su una diversa parte del corpo, invita emozioni e sensazioni, osservale, accoglile, tutto è benvenuto. Le emozioni fluiscono, e così come affiorano, poi vanno via. Lascia andare l’attaccamento a pensieri ed emozioni. Non giudicarli. Ci sono ora. Ringraziali. E poi se ne vanno.

Una pratica importante è quella della gratitudine. Porta una o entrambe le mani sul cuore, e ringrazialo. Batte sempre per te, ti tiene in vita. Ringrazia i tuoi polmoni, che continuano il loro lavoro quasi inosservati. Puoi ringraziare tutto il tuo corpo, che fa così tanto per te, ogni giorno. E puoi ringraziare te, la tua forza, il tuo coraggio, la tua determinazione, la tua amorevolezza, la tua creatività, la tua generosità, la tua passione. Grazie per tutto il viaggio che hai fatto per arrivare fino a qui. E grazie a tutte le tue persone care. Grazie ai tuoi animali. Grazie alle persone che non ci sono più. Grazie agli sconosciuti. Grazie a medici e infermieri che stanno facendo i salti mortali per tutti. Grazie a tutti i piccoli gesti amorevoli che accadono nel mondo. Grazie alla natura che fiorisce rigogliosa in questa primavera più libera del solito. Grazie a tutto il pianeta terra, per quello che ci dona ogni giorno.

Riassumendo: posizione comoda, schiena dritta, occhi chiusi, scansione del corpo, respiro profondo, gratitudine… Fallo 20 minuti, tutti i giorni, e ti cambierà la vita!

Questi sono tutti suggerimenti, proviamo ad inserirne uno o più nella nostra quotidianità, e notiamo cosa accade al nostro corpo, alla nostra mente, alle nostre emozioni, al nostro modo di reagire.

E lasciamo che siano i gesti di generosità e amorevolezza ad essere contagiosi!

Per dare supporto, oltre ad essere disponibile per sessioni individuali online, per tutto il mese di aprile e maggio offrirò:

Serate di meditazione, tutti i lunedì alle 20.45

Cerchi di donne, tutti i venerdì alle 20.45

Segui la mia pagina di facebook per scoprire le altre attività: Deva Daniela Holistic Counsellor

Se hai bisogno, io ci sono.

Deva

Deva Daniela Spagnoli – Da 15 anni sono consulente di alimentazione e medicina tradizionale cinese, con un occhio particolare verso intolleranze e detossificazione.
Nel 2011 ho creato Equilibrium, centro di discipline bionaturali, per essere circondata da un qualificato team multidisciplinare di professionisti, per garantire ai clienti il massimo supporto nel ritrovare salute e benessere.

Sono anche counsellor olistico e oltre alle sessioni individuali propongo gruppi di costellazioni familiari e sistemiche, di meditazione, di crescita personale e spirituale, cerchi di donne e per coppie, sia in Italia che all’estero.
Faccio inoltre parte del team internazionale di Deepdive, un importante e profondo percorso di crescita interiore.

3479737255

daniela.spagnoli@gmail.com

Centro Equilibrium

La primavera è la stagione della rinascita, la Natura sboccia di fiori e profumi, il sole ci regala quel calore che tanto aspettavamo durante l’inverno; non vediamo l’ora di metter via i maglioni, i cappotti, i piumoni e goderci il nostro tempo libero all’aria aperta.

Ma allora perché appena arriva la primavera ci sentiamo stanchi? Non dovremmo essere carichi di vitalità e voglia di fare?

Non ho mai trovato risposta a queste domande finché non ho scoperto la saggezza della Medicina Tradizionale Cinese (abbr. MTC).

Servono delle piccole premesse per comprendere meglio quello che verrà scritto in seguito, soprattutto per chi non ha mai sentito parlare della MTC.

La Medicina Tradizionale Cinese è un insieme di metodi di diagnosi e cura sviluppatisi negli ultimi tremila anni attraverso l’osservazione del mondo naturale e delle sue leggi, i cui principi fondamentali derivano dai dogmi del Taoismo.

Le leggi che stanno alla base della Medicina Tradizionale Cinese sono:

  • La legge dello Yin e dello Yang
  • La legge dei 5 elementi o delle 5 forze agenti (acqua, legno, fuoco, terra, metallo)

Yin e Yang sono essenzialmente descrittori delle interazioni dinamiche alla base di tutti gli aspetti dell’universo. Ad ogni aspetto Yin dell’universo, della natura e dell’uomo corrisponde un aspetto Yang che lo definisce e dal quale è interdipendente. Facciamo un esempio: all’aspetto Yin della notte corrisponde l’aspetto Yang del giorno. Giorno e notte sono legati da un rapporto di interdipendenza: il giorno esiste solo grazie all’esistenza del suo opposto, la notte appunto. Proviamo a pensare… se non ci fosse mai la notte riusciremmo a dare una definizione di giorno? Senza il suo opposto, la parola “giorno” cosa rappresenterebbe?

Dall’osservazione del mondo naturale e dei processi dinamici in esso riscontrabili gli antichi cinesi dedussero l’esistenza di cinque elementi costituenti l’universo e qualsiasi cosa in esso contenuto; questi elementi sono: l’acqua, il legno, il fuoco, la terra e il metallo. Ogni elemento ha delle specifiche caratteristiche e funzioni. I cinque elementi sono collegati tra loro mediante il ciclo di mutua produzione e di mutuo controllo che ne garantiscono costantemente l’armonia e l’equilibrio.

Il più evidente processo dinamico presente in natura è il ciclo delle stagioni; ad ogni stagione viene quindi associato un elemento: all’inverno viene associato l’elemento acqua, alla primavera l’elemento legno, all’estate l’elemento fuoco, alla fine estate (nella MTC viene chiamata la quinta stagione che va dalla metà di agosto fino all’inizio dell’autunno) l’elemento terra e all’autunno viene associato l’elemento metallo.

Se non avessi dei limiti nella scrittura di questo articolo probabilmente andrei avanti per pagine e pagine a parlarvi di tutte le caratteristiche dei cinque elementi talmente mi appassiona l’argomento, ma focalizziamo l’attenzione su ciò che ci interessa in questo momento.

Stiamo parlando della primavera e l’elemento ad essa associato è il legno.

La forza del legno è la forza della nuova vita che si contrappone all’immobilità invernale, è la forza della spinta che fa schiudere il seme e fa nascere la nuova piantina.

L’energia del legno si espande in tutte le direzioni (non a caso, viene rappresentata dal drago a dimostrazione di un’essenza potente e vigorosa); tutto ciò che opprime e deprime è contrario al suo carattere.

Nell’uomo il legno corrisponde al fegato (organo) e alla cistifellea (viscere); si apre negli occhi e si manifesta nelle unghie e ha le seguenti funzioni:

  • Regola la circolazione del Qi (energia);
  • Immagazzina il sangue;
  • Regge tendini e muscoli.

Dopo aver fatto questa premessa teorica (che spero non vi abbia confuso troppo le idee!), torniamo alla domanda iniziale: perché in primavera ci sentiamo stanchi?

Durante l’inverno tendiamo ad accumulare parecchie tossine a causa di una minore attività fisica (sia per il freddo che ci impigrisce sia per le minori ore di luce che rendono brevi le giornate e quindi ristretto il tempo libero a nostra disposizione) e di una dieta più carica di cibi grassi e pesanti (consideriamo anche i pranzi e le cene di tutto il periodo delle festività Natalizie!!).

Non appena arriva la primavera il legno irrompe con tutta la sua forza e non fa altro che aumentare tutti i flussi di energia nel nostro corpo.

Sospinte dall’intensificarsi di tali flussi, le tossine accumulate nella stagione invernale iniziano anch’esse a circolare e nel corpo si attiva la priorità di eliminarle per evitare che la loro libera circolazione comprometta la salute e il benessere dell’organismo.

La stanchezza dipende dal fatto che il corpo tiene impegnate tutte le energie a disposizione per mettere in atto questo processo di pulizia dalle tossine.

Cosa possiamo fare per evitare questa stanchezza?

Aiutare il nostro corpo!!

Prima di tutto agendo d’anticipo! In inverno quindi cerchiamo di mantenere una regolare attività fisica (senza esagerare perché ricordiamoci che l’inverno è anche la stagione del riposo e della lentezza!) e optiamo per una dieta meno carica di grassi e più ricca di frutta e verdura di stagione, alimenti e spezie riscaldanti come zenzero e curcuma.

In seconda battuta, non appena inizia la stagione primaverile aiutiamo il corpo nel processo di smaltimento delle tossine bevendo tanta acqua, tisane drenanti e depurative, frutta e verdura di stagione. Anche brevi periodi di digiuno possono aiutare (affidatevi sempre ad esperti, mi raccomando!!)

Un valido aiuto può arrivare anche dai massaggi e dalla riflessologia plantare On Zon Su ® (dal cinese On Zon Su ® significa letteralmente “arte del massaggio del piede”).

Ci sono tavole o mappe (insieme di tecniche e manovre sul piede) dell’On Zon Su ® specifiche sia per la pulizia dell’organismo sia per trattare tutti i disturbi legati all’elemento legno che ben si addicono alla stagione primaverile. 

Contattatemi se volete avere qualche altra informazione o se volete provare!

Buona primavera a tutti!!

Paola

Paola Colafabio Operatrice Professionale di Riflessologia Plantare Cinese – Metodo On Zon Su ®  Amo tutto ciò che fa bene al corpo, alla mente e allo spirito!

Per sedute individuali o maggiori informazioni contattami:

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